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martedì 16 aprile 2013

La solita storia dello "scrivo, cancello e riscrivo"




La storia dello “scrivo, cancello, riscrivo” sta diventando un habitué ormai! Forse è il frutto di una pessima e deludente giornata lavorativa; forse i pensieri sono così tanti che mi sembra che viaggino troppo veloce; o, più semplicemente, sono diventato un po' troppo ipercritico con me stesso di questi tempi... Venti minuti di autobus per concludere una giornata iniziata male e finita peggio! Capita... Riposare domani mi farà bene. Tolgo il piede dall'acceleratore e spengo il motore. Alla ricerca di uno stato di forma ottimale, reagisco alla situazione con noncuranza del dolore... Ora mi passa – penso – sta passando! Un altro po' e sto di nuovo al cento per cento; solo un altro po'... A denti stretti e con il mento all'insù! Autobus dopo autobus, contratto dopo contratto, verso dopo verso... Lavoro, esco poco, scrivo e vado a letto presto. Una vita un po' noiosa, per certi versi “avventurosa”; la mia... Una penna e un foglio bianco da riempire e mi rimetto in pace con il mondo! La cicatrice sulla mano sinistra mi ricorda che devo stare più attento; quelle che ho dentro mi ricordano quanto sia diventato più forte! Più forte di una frattura, più forte della mancanza, più forte di ogni sorta di ostacolo... Faccio un lavoro che mi piace; nel tempo libero do sfogo, scrivendo, alla “mia ispirazione”; e penso che, tutto sommato, vivo la vita che volevo... Anche se durante il tragitto ho perso qualcosa... qualcuno...