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domenica 8 novembre 2009

Fotografie del passato in una fredda mattina d'autunno...


È novembre, le foglie che si adagiano sulle strade e le giornate sempre più corte salutano l’arrivo dell’autunno. Nell’aria si avverte un piacevole odore di terra bagnata; sono lontani ormai i giorni in cui era il caldo a farla da padrone. Le spiagge sono vuote, le onde del mare sono sempre più imponenti e la brezza che, fino a qualche mese fa era soltanto un piacevole e fresco venticello proveniente dal mare, minaccia ora di trasformarsi in una straripante bufera.
Le mie scarpe sprofondano nella sabbia, mentre lentamente costeggio il bagnasciuga; decido allora di andare un po’ più indietro e sedermi dove non è troppo umido.
Guardando in lontananza, lì dove il cielo e il mare si toccano, mi abbandono ai ricordi… Fotografie del passato scorrono veloci nella mia testa, mentre ascolto il rumore delle onde. Penso a quando ero solo un bambino, che mi pareva chissà quale impresa andar da solo a scuola. In quella mezz’oretta che mi serviva per arrivare, cominciavo per le prime volte a “misurarmi” con il mondo, a fare “da solo”. Ricordo che le macchine mi sembravano enormi (ero abbastanza nano a sette anni) e che, delle volte, avevo un po’ paura ad attraversare la strada quando c’era traffico; avevo timore che non mi vedessero, che mi schiacciassero. Una volta arrivato a destinazione, però, la fifa passava e cessava anche il batticuore; anzi, mi complimentavo pure con me stesso per l’”impresa!”
Quanto tempo è passato da allora… Fotografie di compleanni, di gite e di partite a pallone. Ripenso ai primi momenti in cui, “stranamente”, cominciavo ad essere attratto dal sesso femminile… Le donne! L’essenza del piacere e del tormento; uno dei miracoli più riusciti di Nostro Signore… Ripenso a quando mio padre la domenica mi portava allo stadio e a quando la Nissa giocava in trasferta che partivamo presto e si mangiava sempre nei ristoranti. Ricordo che prima della partita mi si permetteva di stare dentro al campo di calcio, mentre i giocatori effettuavano le operazioni di riscaldamento; a volte, se ero fortunato, potevo anche tirare qualche calcio ad un pallone.
Ero felice in quei momenti…
Poi sono arrivati i quattordici anni e con loro le prime delusioni della vita; le prime uscite in motorino e, soprattutto, le prime cavolate! Quelle tipiche dell’adolescenza... E così via via i quindici, i sedici e i diciassette, fino alla maggiore età. I primi amori, in quegli anni, cominciavano a concretizzarsi, le emozioni che si provavano erano fortissime, “troppo più forti” di quelle che si provano quando si è più maturi! E’ proprio vero che l’innocenza e l’irresponsabilità rendono più facile l’abbandonarsi all’amore… Quando si è più grandi invece no! I problemi ed i periodi bui a volte ci fanno agire in maniera sbagliata, ci fanno commettere azioni che non avremmo mai dovuto commettere e, cosa peggiore, induriscono il nostro cuore…

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