È novembre, le foglie che si adagiano sulle strade e le giornate sempre più corte salutano l’arrivo dell’autunno. Nell’aria si avverte un piacevole odore di terra bagnata; sono lontani ormai i giorni in cui era il caldo a farla da padrone. Le spiagge sono vuote, le onde del mare sono sempre più imponenti e la brezza che, fino a qualche mese fa era soltanto un piacevole e fresco venticello proveniente dal mare, minaccia ora di trasformarsi in una straripante bufera.
Le mie scarpe sprofondano nella sabbia, mentre lentamente costeggio il bagnasciuga; decido allora di andare un po’ più indietro e sedermi dove non è troppo umido.
Guardando in lontananza, lì dove il cielo e il mare si toccano, mi abbandono ai ricordi… Fotografie del passato scorrono veloci nella mia testa, mentre ascolto il rumore delle onde. Penso a quando ero solo un bambino, che mi pareva chissà quale impresa andar da solo a scuola. In quella mezz’oretta che mi serviva per arrivare, cominciavo per le prime volte a “misurarmi” con il mondo, a fare “da solo”. Ricordo che le macchine mi sembravano enormi (ero abbastanza nano a sette anni) e che, delle volte, avevo un po’ paura ad attraversare la strada quando c’era traffico; avevo timore che non mi vedessero, che mi schiacciassero. Una volta arrivato a destinazione, però, la fifa passava e cessava anche il batticuore; anzi, mi complimentavo pure con me stesso per l’”impresa!”
Quanto tempo è passato da allora… Fotografie di compleanni, di gite e di partite a pallone. Ripenso ai primi momenti in cui, “stranamente”, cominciavo ad essere attratto dal sesso femminile… Le donne! L’essenza del piacere e del tormento; uno dei miracoli più riusciti di Nostro Signore… Ripenso a quando mio padre la domenica mi portava allo stadio e a quando la Nissa giocava in trasferta che partivamo presto e si mangiava sempre nei ristoranti. Ricordo che prima della partita mi si permetteva di stare dentro al campo di calcio, mentre i giocatori effettuavano le operazioni di riscaldamento; a volte, se ero fortunato, potevo anche tirare qualche calcio ad un pallone.
Ero felice in quei momenti…
Poi sono arrivati i quattordici anni e con loro le prime delusioni della vita; le prime uscite in motorino e, soprattutto, le prime cavolate! Quelle tipiche dell’adolescenza... E così via via i quindici, i sedici e i diciassette, fino alla maggiore età. I primi amori, in quegli anni, cominciavano a concretizzarsi, le emozioni che si provavano erano fortissime, “troppo più forti” di quelle che si provano quando si è più maturi! E’ proprio vero che l’innocenza e l’irresponsabilità rendono più facile l’abbandonarsi all’amore… Quando si è più grandi invece no! I problemi ed i periodi bui a volte ci fanno agire in maniera sbagliata, ci fanno commettere azioni che non avremmo mai dovuto commettere e, cosa peggiore, induriscono il nostro cuore…
Le mie scarpe sprofondano nella sabbia, mentre lentamente costeggio il bagnasciuga; decido allora di andare un po’ più indietro e sedermi dove non è troppo umido.
Guardando in lontananza, lì dove il cielo e il mare si toccano, mi abbandono ai ricordi… Fotografie del passato scorrono veloci nella mia testa, mentre ascolto il rumore delle onde. Penso a quando ero solo un bambino, che mi pareva chissà quale impresa andar da solo a scuola. In quella mezz’oretta che mi serviva per arrivare, cominciavo per le prime volte a “misurarmi” con il mondo, a fare “da solo”. Ricordo che le macchine mi sembravano enormi (ero abbastanza nano a sette anni) e che, delle volte, avevo un po’ paura ad attraversare la strada quando c’era traffico; avevo timore che non mi vedessero, che mi schiacciassero. Una volta arrivato a destinazione, però, la fifa passava e cessava anche il batticuore; anzi, mi complimentavo pure con me stesso per l’”impresa!”
Quanto tempo è passato da allora… Fotografie di compleanni, di gite e di partite a pallone. Ripenso ai primi momenti in cui, “stranamente”, cominciavo ad essere attratto dal sesso femminile… Le donne! L’essenza del piacere e del tormento; uno dei miracoli più riusciti di Nostro Signore… Ripenso a quando mio padre la domenica mi portava allo stadio e a quando la Nissa giocava in trasferta che partivamo presto e si mangiava sempre nei ristoranti. Ricordo che prima della partita mi si permetteva di stare dentro al campo di calcio, mentre i giocatori effettuavano le operazioni di riscaldamento; a volte, se ero fortunato, potevo anche tirare qualche calcio ad un pallone.
Ero felice in quei momenti…
Poi sono arrivati i quattordici anni e con loro le prime delusioni della vita; le prime uscite in motorino e, soprattutto, le prime cavolate! Quelle tipiche dell’adolescenza... E così via via i quindici, i sedici e i diciassette, fino alla maggiore età. I primi amori, in quegli anni, cominciavano a concretizzarsi, le emozioni che si provavano erano fortissime, “troppo più forti” di quelle che si provano quando si è più maturi! E’ proprio vero che l’innocenza e l’irresponsabilità rendono più facile l’abbandonarsi all’amore… Quando si è più grandi invece no! I problemi ed i periodi bui a volte ci fanno agire in maniera sbagliata, ci fanno commettere azioni che non avremmo mai dovuto commettere e, cosa peggiore, induriscono il nostro cuore…
Nessun commento:
Posta un commento