La storia
dello “scrivo, cancello, riscrivo” sta diventando un habitué
ormai! Forse è il frutto di una pessima e deludente giornata
lavorativa; forse i pensieri sono così tanti che mi sembra che
viaggino troppo veloce; o, più semplicemente, sono diventato un po'
troppo ipercritico con me stesso di questi tempi... Venti minuti di
autobus per concludere una giornata iniziata male e finita peggio!
Capita... Riposare domani mi farà bene. Tolgo il piede
dall'acceleratore e spengo il motore. Alla ricerca di uno stato di
forma ottimale, reagisco alla situazione con noncuranza del dolore...
Ora mi passa – penso – sta passando! Un altro po' e sto di nuovo
al cento per cento; solo un altro po'... A denti stretti e con il
mento all'insù! Autobus dopo autobus, contratto dopo contratto,
verso dopo verso... Lavoro, esco poco, scrivo e vado a letto presto.
Una vita un po' noiosa, per certi versi “avventurosa”; la mia...
Una penna e un foglio bianco da riempire e mi rimetto in pace con il
mondo! La cicatrice sulla mano sinistra mi ricorda che devo stare più
attento; quelle che ho dentro mi ricordano quanto sia diventato più
forte! Più forte di una frattura, più forte della mancanza, più
forte di ogni sorta di ostacolo... Faccio un lavoro che mi piace; nel
tempo libero do sfogo, scrivendo, alla “mia ispirazione”; e penso
che, tutto sommato, vivo la vita che volevo... Anche se durante il
tragitto ho perso qualcosa... qualcuno...
Pensieri strani di una mente vagabonda.........

Ricerca personalizzata
martedì 16 aprile 2013
domenica 31 marzo 2013
Liberamente...
Certe volte,
ti penso così forte da rivedere i tuoi occhi in un viso che non è il tuo... Quegli occhi mi guardano, sorridendomi, ed è come se
volessero dirmi qualcosa... E allora penso che sono pazzo e che devo
smetterla di pensare a queste cose! Così mi giro verso il finestrino
del bus che mi sta portando a lavoro e guardo da un'altra parte... e
penso come togliermi dalla testa questi strani pensieri! Pensieri
dolci e amari come l'inizio e la fine di una storia d'amore, come la
morbidezza di un bacio e la tristezza di un addio. Momenti, attimi,
ricordi... Pensieri a cui non puoi opporti e che lasci fluire
liberamente; senza paura. Anche se solo per qualche minuto... Del
resto, qualche volta ricordare fa
bene... Parlo dei ricordi che ti fanno sorridere; quelli per
cui forse hai pianto, perché ormai erano solo ricordi... Gli stessi
che ringrazi il cielo se li porti dentro... La tua vita, le tue
emozioni, la persona che sei adesso. L'equilibrio tra mente e cuore,
tra ciò che hai dentro e ciò che sei nel mondo. Con la ritrovata
consapevolezza che amare una persona vuol dire soprattutto: lasciarla
libera! Libera di amarti come vuole e come sa. Semplicemente... Come
camminare, sorridere o respirare. Come chiudere per un attimo gli
occhi e abbandonarsi a un dolce ricordo...
venerdì 8 marzo 2013
Le donne della mia vita...
Oggi è la
festa della donna ed io che, nonostante abbia molti difetti, non
credo di essere un ipocrita, eviterò di fare i soliti auguri a tutte
le donne in generale; perché – lasciatemelo passare – preferisco
pensare solo a quelle di cui mi importa veramente. Quelle che amo,
che ho amato e che, in un certo senso, hanno avuto un “peso”
nella mia vita... Be', la parola “peso” non è casuale; perché a
volte una donna (quando vuole) sa essere un vero e proprio peso per
noi uomini! :) Anche se si tratta di un “peso” così adorabile
che, “quando ti sorride in quel modo così unico” (il modo che
solo lei ha di farlo), quello è l'istante in cui capisci che ti ha
di nuovo fregato e ciò che solo cinque minuti prima era... (basta
non lo dico più peso!), per incanto diventa il tuo mondo, la tua
aria, le tue emozioni... E ciò accade ogni volta che ti svegli e lei
è la prima cosa che puoi vedere... O quando di notte la cerchi: tu
sai che è lì vicino a te e che sta dormendo, ma giusto per essere
sicuro la tocchi da qualche parte e poi ti riaddormenti... Quanto
sono belle le emozioni che sapete regalarci!
A volte
penso che siete un po' comiche nel modo che avete di affrontare le
cose: sempre ad analizzare tutto da ogni angolazione e perdervi nei
vostri pensieri... Mi fa ridere il vostro modo di complicarvi la
vita: pensate troppo! E siete un po' comiche pure quando piangete: un
attimo prima un fiume di lacrime e subito dopo ripartite come se
niente fosse! Col sorriso sulle labbra... Dio quanto ho amato le
donne della mia vita!
Così mi
ritrovo qui in casa mia, tutto rotto e con dolori dappertutto e il
mio pensiero va ad ognuna di voi; perché anche se ho smesso
d'amarvi, il bene che vi voglio è immenso. Quindi auguri Donne. E
soprattutto le “mie” donne. Quelle di ieri, di oggi e quelle che,
se Dio vorrà, arriveranno.
Infine, un
augurio per la persona più importante della mia vita. Si chiama
Angela ed ha cinquant... non lo dico che sennò si incazza! :) Ti
voglio bene Mà!!!
sabato 16 febbraio 2013
Vivi, vivi sempre!
Vivi quando un nuovo giorno comincia e cerca di fare in modo
di essere in pace con te stesso quando torni a casa la sera.
Vivi per
il tuo presente e rimugina il meno possibile sul tuo passato.
Vivi
perché ogni mattina ti svegli ed hai due gambe su cui camminare.
Vivi perché hai due occhi attraverso i quali vedere quanta bellezza
c'è al mondo.
Vivi quando sei triste e quando la vita ti mette in
ginocchio. Vivi perché prima o poi passerà!
Vivi per i tuoi sogni e
non smettere mai di desiderare ciò che vuoi veramente.
Vivi per
cambiare la tua vita, se pensi che “così non va!”.
Vivi nella
speranza, se può farti star meglio, ma cerca di vedere sempre le
cose per come sono realmente: ragiona e capisci quando puoi o non
puoi sperare veramente in qualcosa!
Vivi guardando avanti e non aver
paura degli ostacoli che, via via, si presenteranno.
Vivi quando ti
senti solo e lei ti manca così tanto...
Vivi perché, se bello o
brutto, dipende solo da te!
Vivi cercando di sapere il più possibile
su ciò che ti circonda.
Vivi sorridendo al mondo, alla vita, alla
gente.
Vivi anche se non vuole più parlarti...
Vivi provando
ammirazione per i successi degli altri; lasciala perdere l'invidia: è
una cosa che può farti solo male!
Vivi con coraggio e ama la tua
famiglia. Vivi per la tua famiglia!
Vivi di un bacio, di uno sguardo,
di un sorriso...
Vivi aprendoti al prossimo, considerando la
diversità come qualcosa con cui arricchirsi: prova ad imparare da
ciò che non conosci!
Vivi con umiltà e aiuta chi ha bisogno di te.
Vivi perdonando chi ti ha fatto del male: dopo vedrai che “riesci a
star meglio!”.
Vivi anche se ti ha detto “addio”.
Vivi e pensa
che le cose vanno come devono andare. Alla fine, solo accettare
veramente ciò che è o che è stato, può farti vivere serenamente
il presente.
L'importante è che tu continui a vivere...
lunedì 31 dicembre 2012
Ciao ciao 2012
Ciao ciao 2012!!! In 365 giorni sei riuscito a togliermi cose e persone che amavo tantissimo!!!
Ed una l'ho persa per sempre...
Volevi togliermi la gioia di vivere e, più volte, mi hai messo in ginocchio. Però sai che ti dico? Non ce l'hai fatta! Ora sono anche più forte di prima e sono pure pronto ad addentrarmi in un 2013 che, credimi, sarà indimenticabile!!!
Che posso dirti? Mi sento un tornado!!!
Quindi, sai che ti dico? Ciao ciao 2012. Ma ciao ciao per sempre!!!
lunedì 10 dicembre 2012
Prima neve a Bologna
Questo
è un messaggio che ho pubblicato ieri su Facebook.
“Oggi
come un anno fa c'è di nuovo la neve a coprire il mio balcone. Se mi
volto indietro di qualche mese, ripenso a quanto fossi sicuro che
questo momento lo avrei condiviso con qualcuno... Tutta colpa di
questa città! Quando è così bella, ti fa venire una malinconia
assurda......”
Che
posso dire? Bologna è davvero molto bella in questo periodo
dell'anno... Oggi via Indipendenza era piana di gente: uno
spettacolo!
Quest'estate,
quando faceva un caldo boia (e chi è stato a Bologna in agosto sa di
cosa parlo) mi capitava spesso di pensare a come sarebbero stati
l'inverno, l'arrivo del Natale, i primi fiocchi di neve, insieme a
lei... La stessa lei di cui sono ancora innamorato. Lei che non
mi ha capito fino in fondo; lei che non ce l'ha fatta ad aspettare
che mi riprendessi del tutto, lei che se ne è andata...
Stamattina
mi sono fermato per qualche minuto a guardare la gente passare: ne
osservavo i sorrisi, gli sguardi infreddoliti, perfino le
preoccupazioni. Stamane mi sono sentito parecchio solo... Ed è
strano perché io, fin da bambino, non ho mai avuto paura della
solitudine! Così ho capito che la mia era solo mancanza... mancanza
di un suo sorriso; mancanza di uno sguardo arrabbiato o infastidito;
mancanza del suo grembiulino quando cucinava quelle cose
buonissime... mancanza! Una mancanza che solo il tempo potrà
attenuare.
Guardo
alla mia vita e mi accorgo che è un po' meglio rispetto a qualche
mese fa; finalmente sto superando la perdita di mio padre. Più che
altro, ho capito in quali binari dovevo incanalare la mia sofferenza.
È
stato un anno difficile questo qua, davvero difficile. Ho sofferto in
un modo che non riesco neanche a spiegare, tanto è stato forte! Se
lui avesse saputo che lo amavo tantissimo, se io glielo avessi detto,
forse adesso starei un po' meno male; se lui avesse saputo che
l'avevo perdonato per la sua assenza, forse adesso starei un po'
meglio.
La sua voce mi manca da morire...
La sua voce mi manca da morire...
La
sofferenza purtroppo è una brutta bestia! Ti fa agire in modo
sbagliato, sconsiderato, stupido... Quando soffriamo tanto è come se
smettessimo di essere veramente noi stessi. Neanche chi ci conosce da
sempre riesce a riconoscerci: siamo persone diverse da quello che
siamo in realtà. Viviamo la nostra vita come se avessimo un ferro da
stiro sul collo e siamo incapaci di reagire...
Mi
sentivo in colpa! Soffrivo per essermene andato dalla Sicilia e non
essergli stato accanto negli ultimi mesi della sua vita. Ma che
potevo fare? Quando si è ammalato ho avuto paura e mi sono sentito
con le spalle al muro! Ho abbandonato la mia voglia di scrivere, i
miei sogni e sono partito. Ho pensato solo alla mia carriera; una
carriera che mi stavo costruendo poco a poco... Ma poi, quando lui se
ne è andato, ho mollato tutto. Tutto maledizione! Il fatto di
sentirmi così in colpa mi ha fatto fare cose che non avrei voluto;
cose che, normalmente, non avrei fatto. Me ne sono fregato del
lavoro, della mia vita, degli affetti, di tutto. È come se volevo
punirmi per qualcosa! Ad un tratto, la carriera, la realizzazione
personale, erano diventate cose di cui non mi fregava più nulla!
Avevo perso gli ultimi mesi di vita di mio padre e, tutto il resto,
in confronto, mi sembrava poca cosa...
Quanto
mi sono sbagliato! Il dolore mi ha accecato; non mi ha fatto capire
che non era colpa mia se avevamo perso un'intera vita per stare
insieme... E in effetti, anche quando si è ammalato, io non ci
pensavo al fatto che lui, in realtà, con me aveva passato troppo
poco tempo rispetto al tempo che un padre passa con il proprio
figlio... L'unica cosa che volevo era avere un po' più tempo da
vivere insieme a lui; perché a me non fregava nulla di queste cose:
io lo avevo perdonato. La vita è una: non m'importava del passato.
Infatti,
l'unica cosa che riuscivo a dire in quei periodi (quando si è
aggravato), era: “abbiamo perso il tempo... il tempo non ci è
bastato...”. Se ci ripenso, ancora adesso, mi si stringe lo stomaco
così forte che è come se sentissi dolore...
Ma,
come stavo dicendo, il mio è stato un errore! E l'ho capito solo
dopo molti mesi... Quando è successo? Durante una telefonata con mia
madre in cui mi è accaduta una cosa che non mi capitava da molto
tempo: ho pianto fino a che non ne avevo più... Dio quanto ho pianto quella sera! Ho buttato fuori le
lacrime che avevo accumulato in tutti questi mesi e che non ero mai riuscito a tirar fuori... E adesso so che, se Jessica non
mi avesse lasciato, probabilmente il vulcano che avevo dentro sarebbe
rimasto lì, immobile, spento; il dolore condensato ed incapace di
uscire fuori... Lei è stata (anche) la mia vera valvola di sfogo, o
almeno lo è stata la tristezza che ho provato dovendole stare
lontano... Anche se credo che la parte del leone, in questa storia, l'abbia
avuta mia madre: se quella sera non avesse “toccato” i punti
giusti, io sarei ancora qui a sentirmi
sperduto, offeso, amareggiato, non capito, distrutto.
Questo
ho provato quando mio padre se ne è andato: ero distrutto.
Soprattutto perché questa volta se ne era andato per sempre... Dal
gennaio dell'anno scorso, non c'è stato più il tempo per
rimediare... Il tempo stavolta era finito davvero.
Come
avrei voluto che così non fosse! Dio sa solo sa quanto...
Cosa
ho imparato da tutto questo? Che non voglio più vivere una vita che
non contempli i miei sogni. Avevo cominciato a fare un lavoro in cui
ero diventato discretamente bravo ma che, sfortunatamente, non era il
mio sogno. Io voglio scrivere, che ci devo fare? Il resto sono tutte
cazzate! Ed io l'ho imparato dalla vita, così dannatamente
imprevedibile, e da ciò che è successo a mio padre. Lui era un
grande: era un bravissimo medico, era il medico sociale della squadra
della mia città, era amato dalla gente e tutto il resto. Eppure è
morto in malo modo: per quel maledetto diabete che aveva ha dovuto
passare i suoi ultimi mesi in dialisi, cieco e con i piedi amputati.
Quanto mi fa male questa cosa...
Perché
allora penso ai miei sogni se parlo di queste cose?
Perché
ho capito che è vero il fatto che la vita di ognuno di noi è appesa
ad un filo: davvero oggi ci siamo e domani chi può dirlo? Per
questo, prima di rituffarmi in un'ipotetica carriera lavorativa
voglio provare a realizzare i miei sogni. Mi ero dato tre mesi e tre
mesi sono stati. Ora sto per pubblicare il mio primo libro. Certo, so
già che un libro di poesie in Italia non ha molto appeal per i
lettori, però ho deciso che è da lì che volevo cominciare.
Continuerò con i “lavoretti” che ho fatto fino ad oggi perché
ora so che, ci riesco o non ci riesco, è questo che voglio.
Cosa
vuoi che m'importi se da grande sarò ancora squattrinato come lo
sono oggi? Almeno non avrò vissuto invano... Avrò cercato di
realizzare i miei sogni. Anche se adesso, nella mia vita, è tutto
così difficile...
Intanto
la neve ha smesso di cadere qui nel cielo di Bologna. Da poco è passata l'una di notte, ma io voglia di dormire proprio non ne ho.
Penso a Jessica. Penso a quello che poteva essere e invece non è.
Penso al mio libro, che non so se piacerà a quelli che lo
leggeranno. Penso al mio amico (fratello) Marco che adesso ha un
altro bambino. Penso a mia madre che soffre tanto che questo
Natale non torno in Sicilia (se solo sapesse quanto le voglio
bene...). Penso a me che, non so che darei, per passare questo Natale giù in Sicilia.
E poi penso a te, che non ci sei più...
E poi penso a te, che non ci sei più...
giovedì 6 dicembre 2012
A volte ritorna
Dopo
anni di silenzio, torno ancora a scrivere nel mio blog. Riprendo da
dove avevo lasciato: ho di nuovo voglia di raccontare e raccontarmi.
Cosa
ho fatto in questi due anni? Be', un sacco di cose! Per esempio, non
vivo più in Sicilia. La mia voglia di conoscere cose nuove, di
scoprire nuovi modi di “pensare” e di misurarmi con qualcos'altro
di diverso dalla mia vita abituale ha avuto la meglio e così ho
deciso di partire... Sono approdato a Bologna il 17 febbraio 2011 (il 17 è
un numero che è come se mi rincorresse da allora...) e, da quel giorno,
vivo sotto le sue torri.
La
sera che sono partito è stato Marco ad accompagnarmi all'aeroporto.
Lo stesso Marco che oggi, per la terza volta, è diventato padre. E
questa volta di un bel maschietto, Francesco.
Storie
di vita che richiama la vita, una nuova vita che comincia il suo
corso, vita... Non vedo l'ora di conoscerlo... Magari da grande
diventerà un grande venditore di automobili come il nonno; o forse
qualcos'altro, chissà? Avrà un amico che gli vorrà bene come io ne
voglio al suo papà; mille ragazze con cui divertirsi e una da amare
per sempre... se sarà fortunato!
Quando
sono partito, avevo con me una valigia, duecento euro e tanta
sofferenza per la malattia di mio padre... Un padre di cui però,
adesso, non voglio parlare... Non ce la faccio ancora... la ferita
della sua morte è ancora aperta... per tanti motivi che non posso,
non riesco e non voglio spiegare.
Ho
fatto tanti sacrifici: i primi mesi dormivo su un materasso per terra; ho dovuto scontrarmi con
una mentalità per me del tutto nuova e che, all'inizio, non mi
piaceva; non avevo soldi e spesso mi sentivo così solo che mi
ritrovavo ad imprecare cose del tipo: “Ma che ho fatto? Ma chi me
lo ha fatto fare?” E tutto ciò che di altro si dice quando le cose
non vanno come vorresti... Poi ho trovato lavoro, una stanza (in
appartamento che condivido con altre due persone) tutta mia e, pian
piano, mi sono ambientato. I primi due mesi mi ha ospitato Elisa, una
mia cara amica, e di questo le sarò eternamente grato. Grazie a lei
(certo anche grazie alla mia ostinazione) adesso sono qui, in una
città che amo e che è perfetta per realizzare i miei sogni. Almeno
per provarci...
E
l'amore in tutto ciò? Be', quello c'è sempre... A Bologna ho
trovato anche l'amore; anche se, adesso, quest'amore non c'è più.
Da quando vivo qui ho vissuto tante di quelle esperienze che non
basterebbe una notte intera per raccontarle tutte – credetemi
questa città per certi versi è magica – mi limiterò a dire che
sono felice di aver fatto la scelta di andarmene dalla Sicilia. Anche
se mi manca da morire, certe volte.
Insieme
alle cose belle, purtroppo, ci sono state anche quelle brutte.
L'accenno che ho fatto poco fa, credo però che possa bastare...
Tra
poco pubblicherò un libro.
Già,
perché nonostante la mia assenza dal blog, di scrivere non ho mai
smesso. E adesso mi appresto ad esordire in questo mondo a me così
sconosciuto.
Parto
da una raccolta di poesie, di cui ancora non voglio svelare il
titolo; in seguito, proverò a pubblicare un romanzo. Il mio romanzo.
Ma cominciamo per gradi; intanto le mie poesie!
Poesie
che poesie secondo me non sono. Non mi ritengo un poeta, io non uso
termini ricercati ed eterei per descrivere qualcosa; a me piace il
linguaggio semplice, quello comprensibile ai più, quello che a mio
avviso arriva veramente! Diciamo allora che si tratta, per lo più,
di una raccolta di storie. E tra le storie, una storia, sono certo
che sarà come la tua...
Mi
congedo adesso. Spero tanto che, chi in questi anni mi ha seguito,
avrà voglia di leggermi ancora...
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